Privacy Policy Comune di Bergamo: il lavoro sotterraneo della natura – Agenzia Data Stampa

Comune di Bergamo: il lavoro sotterraneo della natura

Sabato 19 giugno apre all’Orto Botanico di Bergamo Lorenzo Rota “Il lavoro sotterraneo della natura”, una mostra di arte ambientale a cura di Valeria Vaccari che intreccia arte contemporanea e Natura in un dialogo tra specie vegetali e installazioni di 5 artisti, Daniele Barzaghi, Patrizia Bonardi, Helene Foata, Gaetano Fracassio, Maria Cristina Galli.

Come dichiarano gli autori, “con questa mostra intendiamo riappropriarci di un luogo di affezione, l’Orto Botanico, attraverso lo strumento che ci è congeniale, l’arte contemporanea. Intendiamo avvicinare il pubblico, lasciarlo osservare, scoprire, annusare, meravigliarsi. Vogliamo celebrare la vita nel suo splendore di giugno, la Natura nel suo momento di massimo fulgore e portare in superfice il lavoro sotterraneo, quelle radici che non sono meno importanti di ciò che appare in superficie.”

La mostra consiste in un percorso di installazioni a partire da quelle di Patrizia Bonardi sospese sullo stagno, dal titolo “Radici Volanti e “La Sposa Germoglia”, composte da strati di garza che si diramano, si aprono sulla superficie dell’acqua fino a convergere in un centro. La garza intinta nella cera d’api profuma ed espande intorno a sé la sua fragranza.

Proseguendo, si incontrano gli “Specchi d’acqua” di Daniela Barzaghi, opere nate dalla osservazione del passaggio delle stagioni sui campi arati che l’artista vede dalle sue finestre. Le superfici specchianti dalle quali spuntano nuovi arbusti riflettono anche qui il passaggio delle stagioni, i suoi “Semi” di cartapesta lavorata germogliano e i “Nidi Caduti” che siamo invitati a cercare in mezzo alle piante, alle radici, alle felci, sono piccoli scrigni di quella Natura che inosservata si rinnova. Una riflessione sulla fragilità dell’ecosistema e sulla casualità della bellezza che semina indizi sotto i nostri occhi.

Helen Foata, scultrice e creatrice di micromondi digitali ci presenta la scultura “Impulso: comunicazione vegetale” che rappresenta la pianta come un assone, un ganglio nervoso che emana impulsi elettrici. L’artista rappresenta la comunicazione tra organismi viventi: se il Regno Vegetale fosse una nazione, le regole che lo governerebbero sarebbero completamente diverse dalle nostre. Il modello di organizzazione che governa gli esseri umani è molto fragile, quello delle piante partecipa con ogni suo membro ad una macchina perfettamente sincronizzata.

Ancora oltre, su un piccolo stagno nascosto si erge l’opera di Maria Cristina Galli, “Come un Dio che Dorme”, la citazione è di Fernando Pessoa. Una gabbia in legno recuperata, con la porticina aperta raccoglie in piccoli nidi di carta gli odori, i fruscii, gli umori dell’Orto, che è il regno del silenzio e della contemplazione.

Chiude l’escursione artistica nell’Orto l’opera quasi enciclopedica di Gaetano Fracassio dal titolo “Tempo sospeso”, attraverso la quale l’artista intende che egli è stato qui, sulla Terra, ha compiuto il suo viaggio, dal seme al frutto e ritorno. Con gli strumenti che gli sono propri, Fracassio disegna la forma e l’infiorescenza su piccoli frammenti di tela, custodisce il seme in giare sigillate perché la specie non vada perduta.

Scrive la curatrice della mostra Valeria Vaccari: “Mentre noi Umani assistevamo inermi alla pandemia osservando il mondo da una finestra o su un balcone, la Natura riprendeva i suoi spazi indisturbata, il suo ciclo vitale di gemmazione, fioritura, fruttificazione e, infine, di apparente silenzio nei mesi invernali continuava indifferente. Il lavoro sotterraneo si manifestava con piccoli segni, quasi invisibili ai nostri occhi. La visione antropocentrica crollava di fronte ad un virus invisibile, ma la Natura non se ne è nemmeno accorta. Quanto all’arte, rinchiusa in un tempo sospeso, si è estesa nel paesaggio interiore di ogni artista, negli anfratti della memoria, nel prima e nel dopo la pandemia. Una moltitudine di solitudini, ignorate e vilipese come i vivi, eclatanti e annunciate come i morti. “

Sono molto contenta che l’Orto Botanico, che rappresenta lo spazio museale naturale più importante della nostra città, si arricchisca di questo inedito percorso artistico che propone una serie di interessanti installazioni ispirate al tema del rapporto tra dimensione umana e natura, una relazione ma anche contrapposizione che il difficile periodo della prima emergenza pandemica ha portato straordinariamente alla luce.  – dichiara l’Assessora al Verde pubblico del Comune di Bergamo Marzia Marchesi – Sono certa che “Il lavoro sotterraneo della natura” sarà nuova occasione di riflessione su tutti quei temi come l’armonizzazione tra i propri ritmi e quelli della natura, l’acquisizione di una cultura del verde, la sostenibilità ambientale in contesti urbani che con L’Orto Botanico stiamo sostenendo attraverso diverse progettualità che oggi diventano anche artistiche.”

La mostra sarà inaugurata sabato 19 giugno alle ore 17.30 (prenotazione obbligatoria) alla presenza degli artisti e della curatrice. Sarà disponibile al pubblico fino a domenica 27 giugno 2021, dalle 10.00 alle 20.00,

Ingresso libero – Massimo 50 persone in contemporanea, obbligo di mascherina e distanziamento.

info:  https://www.ortobotanicodibergamo.it/

email: ortobotanico@comune.bg.it

https://www.facebook.com/ortobotanicodibergamo

Il progetto è itinerante, prossime sedi Paderno Dugnano e Cremona.

,