Privacy Policy Labozeta: nel virtuoso Nord Est si punta all’innovazione – Agenzia Data Stampa

Labozeta: nel virtuoso Nord Est si punta all’innovazione

Il laborioso Nord Est non si è mai fermato. Dagli anni ’80, nel cosiddetto boom economico dell’epoca, la parole d’ordine di questo territorio non è cambiata, ovvero “restare al passo con i tempi”, anche nei momenti più critici come quello che stiamo attraversando, innovando e rinnovando le offerte pluralistiche e competitive di prodotti e servizi che il Triveneto esprime.

Con oltre 7 milioni di abitanti e circa 600 mila imprese, tra le quali spiccano almeno 1000 start up innovative, il Triveneto, ovvero Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, rappresentano un concentrato di realtà che non ha eguali, spesso in vetta alle classifiche economiche per risultati raggiunti. Lo scorso anno gli investimenti che riguardano l’innovazione e la ricerca e sviluppo sono stati pari a 11,3 miliardi (fonte infocamere start up).

Gli svariati investimenti consolidati in ricerca e sviluppo e innovazione – nel 2019 sono stati pari a 11,3 miliardi (fonte infocamere start up) sono la prova emblematica di una virtuosa imprenditorialità che spazia in tantissimi settori, con un’attenzione particolare all’ R&D. Ma non solo. Anche nel pubblico c’è la volontà di crescere, basta pensare ai nuovi investimenti che coinvolgono Università e centri di controllo. Ne abbiamo parlato con Sandro Donà che rappresenta prestigiose aziende leader nel campo della strumentazione analitica, sistemi per la preparazione del campione, arredi tecnici e soluzioni accessorie per i laboratori di R&D, controllo qualità e produzione.

 

Quali sono i settori a cui maggiormente puntate nella vostra attività?
I settori che maggiormente coinvolgono il nostro business sono prevalentemente legati ai Contract Lab quindi al settore alimentare ed ambientale. Non meno importante il peso specifico delle Università che, negli ultimi anni, hanno goduto di grosse somme arrivate grazie alle loro performance che hanno ulteriormente rafforzato il loro livello didattico a livello europeo, specie a Venezia e a Padova.

Nella sua esperienza, in un territorio così vasto e articolato come il Triveneto, quali sono i settori industriali che vanno tenuti maggiormente in osservazione proprio per l’eccellenza che esprimono?
Come dicevo prima, in questo particolare momento, le Università godono di particolare attenzione proprio perchè sono riuscite a distinguersi nell’ambito della ricerca e della collaborazione con grosse industrie manufatturiere a significare l’importanza sinergica tra pubblico e privato; quindi possiamo essere ottimisti nel dire che, nei prossimi anni, i settori che incrementeranno la loro crescita saranno l’ambientale, l’alimentare ed il farmaceutico dove, tra l’altro, nel Triveneto operano grosse ed importanti Aziende tra le quali Aptuit, Fidia, Serichim e Dipharma. Inoltre non dimentichiamo che anche i nuovi piani europei come il Recovery Fund che prevedono un rilancio innovativo importante in questi settori strategici per la crescita del sistema Paese.

In ambito scientifico le tecnologie abilitanti stanno facendo una grande differenza. Anche l’ambiente laboratorio sta cambiando? 

Assolutamente sì. Oggi l’ambiente laboratorio è stato completamente rivoluzionato con una particolare attenzione alla sicurezza ed al comfort degli operatori, nonchè agli spazi ambientali che devono rappresentare una piacevole cura estetica. Basti pensare alla sensibilità acquisita da molte Aziende verso questo argomento topico. Anche nell’ambito della cosiddetta green economy e delle fonti alternative c’è un interesse prevalente e sentito. In particolare verso i bassi consumi, quindi al risparmio energetico, alla digitalizzazione dei dati attraverso una transizione ecologica a garanzia di una maggiore sostenibilità ambientale.

Il virtuosismo di questo territorio è un dato ormai risaputo, nonostante il Covid. Tuttavia, nei vostri ambiti di riferimento, esistono comunque opportunità di crescita?
Il territorio ed in particolare il virtuosismo in questi territori è palpabile, fa parte del DNA. Sono sicuro che, nonostante l’attuale drammatico contesto, esistano delle grandi opportunità per rilanciare e rafforzare la nostra economia.

Il Covid sicuramente ha portato grandi scompensi, ma non ha soppresso la voglia di rimettersi in gioco e in qualche modo ha prodotto altre occasioni di sviluppo. Proprio nel luglio dello scorso anno il Consiglio Europeo approvò il Next Generation EU, mettendo a disposizione ingenti somme per favorire un rilancio degli Stati menbri.

L’11 febbraio, infine, il Consiglio ha adottato il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Insomma, gli ingredienti per il rilancio ci sono tutti e la voglia di ricominciare anche. 

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